La separazione è una delle esperienze più traumatiche dell’esistenza e quindi tra le più delicate per la salute sia mentale che fisica. Nel corso di una separazione tutti gli aspetti della vita subiscono una profonda trasformazione, gli usuali punti di riferimento vacillano e si perdono. Poco importa quante difficoltà e sofferenza il rapporto abbia provocato in passato, separarsi genera smarrimento, sentimenti di ansia, tristezza, paura, rabbia e angoscia.
La fine di una storia d’amore può far nascere un senso di abbattimento di perdita di fiducia in se stessi, di senso di colpa o temere che nessun altro ci ami più. Ciascuno vive la perdita a modo suo, in alcuni predomina la componente depressiva, in altri la rabbia per l’abbandono subito e il bisogno di risarcimento.
Separarsi quando ci sono i figli
Quando ci sono figli i nuovi equilibri sono ancora più fragili; la famiglia divisa resta comunque una famiglia, niente può cancellare quel legame, quel senso di appartenenza, perché questa non è definita dalla convivenza nella medesima casa, ma dalla trama di relazioni reciproche tra i suoi membri.
Il timore più grande della maggior parte di genitori che si separa, è quello di arrecare un danno indelebile ai figli, molti temono di renderli emotivamente più instabili o di condannarli ad una vita di difficoltà. In verità, la letteratura sul argomento mostra che ciò che fa la differenza, per la serenità e la buona crescita dei bambini, non è tanto la separazione in sé, quanto il modo in cui ci si separa.
Particolarmente rischiosa, per l’equilibrio dei figli è l’alta conflittualità tra i genitori nel corso della separazione
Sebbene sia innegabile che per i figli la separazione comporti un terremoto emotivo, le ricerche in questo ambito dimostrano che, nonostante il dolore e lo smarrimento iniziali, la maggior parte dei bambini recupera un completo benessere.
La vicinanza e la sensibilità dell’adulto è fondamentale; a volte gli stessi genitori, quando coinvolti in una separazione, possono essere sopraffatti da un groviglio di stati d’animo (fatti di rabbia di dolore e di paure) che li confonde e che può portare a commettere passi falsi.
Nelle fasi cruciali del conflitto e della separazione, molti genitori sono più centrati su sé stessi piuttosto che sulla funzione genitoriale, dovendo affrontare lo sconvolgimento portato dalla perdita, dalla necessità di trovare una diversa organizzazione della vita e una nuova immagine di sé.
Il rapporto con i figli ci da informazioni privilegiate sull’evoluzione personale, sul nuovo equilibrio raggiunto dai due genitori separati.
Ci sono coppie che anche a distanza di tempo non riescono a trovare un accordo, che può essere letto come indicatore che di lì si può ripartire, che c’è speranza, fiducia. Queste coppie rischiano di trascinare all’interno del loro conflitto i figli, chiedendo lo schieramento da una parte o dall’altra, svalutando l’altra figura genitoriale, caricandoli del dolore del genitore più fragile.
Quando la conflittualità, talvolta duratura nel tempo, sembra non riuscire a spegnersi, la dobbiamo leggere anche come una difficoltà ad accettare la separazione, la fine del proprio sogno, ma anche come il bisogno di vendetta sull’altro che non ha capito, che non ama più.
La separazione, il divorzio psichico, come distacco dagli investimenti affettivi e dal progetto di vita più o meno consapevolmente portato avanti, sono un lavoro difficilissimo che assume tutte le caratteristiche del lutto. Talvolta è sufficiente un incontro casuale, una foto, un suono, per essere precipitati nel dolore per il passato, per ritrovarsi a fantasticare, a sperare in una nuova possibilità e il tutto indipendentemente dal dolore sperimentato anche durante la relazione.
Molti bambini si sentono colpevoli per la separazione dei genitori, possono arrivare a sentirsi un peso quando avvertono che la separazione comporta complicazioni originate da obblighi e responsabilità verso di loro. Possono sentirsi in colpa perché credono sia loro responsabilità la separazione, o almeno si sentono responsabili per non essere riusciti a fare in modo che non avvenisse. Alcuni bambini e bambine sentono gravare su di sé il peso del dolore del genitore che percepisce come più fragile.
I figli hanno bisogno di pensare che tra i genitori c’è stato qualcosa di buono, di essere frutto del loro amore, anche di un momento, per la costruzione della loro identità e dell’autostima.
Questi figli hanno poca famigliarità con l’espressione dei loro sentimenti, ne sono quasi spaventati, hanno poco spazio e cercano di riunire ciò che è diviso, di guadagnare una centralità nella vita dei genitori, di trarre un qualche vantaggio. Ciò che ha una maggiore influenza sull’equilibrio emotivo del figlio, con il passare del tempo, è il posto che questo occupa nel processo di proiezioni e identificazioni attuato dai due genitori separati.
Molti figli accettano la separazione, alcuni la vivono come una scelta inevitabile, quasi liberatoria quando sono vissuti in mezzo a continui litigi.
Altri non accettano, ne accetteranno la separazione e cercheranno anche a distanza di tempo di trovare una strategia per riavvicinare i due genitori.
L’accettazione della separazione non è solo legata all’età dei figli, in quanto anche gli adolescenti possono manifestare un rifiuto carico di rabbia, avvertendola come un tradimento, cercano ostinatamente strategie nella speranza di una ricomposizione del nucleo famigliare.
I figli hanno il diritto di essere informati e di sapere che cosa sta accadendo con parole adeguate alla loro età, che è ben differente dal coinvolgerli nelle problematiche famigliari. Oltre all’informazione hanno il diritto di essere rassicurati circa l’amore di entrambi i genitori. Qui siamo di fronte ad un evento che inevitabilmente comporterà qualche conseguenza nella loro vita, La separazione provoca sofferenza, tristezza e rabbia, ma è possibile superare questi stai d’animo negativi. La menzogna e l’essere tenuti all’oscuro è fonte di insicurezza, confusione, può rendere estremamente difficile in età adulta di stabilire relazioni basate sulla fiducia. In queste situazioni il bambino si trova a dover negare le sue percezioni, rischiando di perdere il contatto con il suo mondo emotivo, per assecondare il racconto familiare.
Alcuni figli entrano in risonanza con lo stato emotivo di uno dei genitori, in particolare quando uno dei due è molto sofferente, molto dipendente dalla vita di coppia. Un figlio, una figlia possono giungere a farsi carico di tutta questa sofferenza e a cercare strategie, in un certo modo ad agire in vece del genitore, nel disperato tentativo di riavvicinare la coppia.
Talvolta sono gli stessi genitori che consapevolmente chiedono ai figli di entrare nel ruolo di mediatori.
Ogni separazione è differente, ha dinamiche peculiari che affondano le radici nella storia della coppia, della famiglia che hanno costruito e nella storia delle relazioni familiari con le quali ciascuno dei due è arrivato all’incontro.
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